KORO-MOGO, voci unite per la Liberazione

L’Associazione Arci Karamogo, in occasione del 25 aprile 2020, non potendo festeggiare la Festa della Liberazione per strada con la sua consueta parata cittadina di danza e musica, ha ideato KORO-MOGO, un coro, di 80 elementi, che riunisce in un mare di voci e volti tutti i soci, i sostenitori e gli amici di Karamogo.

Il video e l’audio sono frutto di un montaggio, a cura di Lorenzo Gasperoni (produttore, musicista ed insegnante di percussioni dell’associazione), di tutti i file video ed audio che abbiamo chiesto ai nostri soci di realizzare in queste giornate di lockdown e costrizione casalinga: ognuno ha dato il suo contributo, registrando il canto e filmandosi semplicemente dal cellulare.
Per l’arrangiamento si ringrazia di Anita Daulne, cantante, etnomusicologa, direttrice di coro belga/congolese.

Non siamo cantanti, ma, come dice un proverbio africano, “chi sa parlare, sa cantare”.

Il canto è SHOSHOLOZA, in lingua Zulu, e racconta il duro lavoro dei migranti che dallo Zimbabwe si recavano in treno in Sud Africa per lavorare nelle miniere d’oro. I minatori lo usavano per sostenersi gli uni con gli altri e dare ritmo ai loro gesti, secondo lo schema chiamata/risposta tipico di tanti canti subsahariani.
Lo cantava anche Nelson Mandela durante gli anni dei lavori forzati in prigionia ed è così diventato un canto militante e, poi, un simbolo del Sud Africa post- apartheid. In generale, è un incitamento al coraggio, alla resistenza e alla solidarietà nella fatica e nel dolore.

La parola SHOSHOLOZA significa vai avanti, fai spazio al prossimo uomo.

Dedicato a tutti quelli che si sono sacrificati, si stanno sacrificando e si sacrificheranno per un futuro etico e sostenibile dell’umanità.